Ogni strumento
incorpora sapere: ciò vale, a maggior ragione, per strumenti raffinati come
quelli che vengono indicati genericamente con il termine "nuove
tecnologie". Per esempio, una calcolatrice numerica incorpora parti
dell'aritmetica; una calcolatrice grafico - simbolica incorpora parti
dell'algebra e
dell'analisi matematica. In generale, un software installato su un calcolatore,
mediante la sua interfaccia grafica, mette a disposizione dell'utente oggetti
computazionali che appartengono a uno specifico dominio di conoscenze e, spesso,
a vere e proprie teorie. In tal senso, gli oggetti computazionali mettono a
disposizione la possibilità di evocare gli oggetti astratti di una teoria e
possono quindi fungere da mediatori nei processi di insegnamento -apprendimento.
Il problema è riuscire a realizzare queste potenzialità, costruendo ambienti
di apprendimento che siano adeguati alle esigenze degli studenti. Si tratta di
capire limiti e potenzialità, ai vari livelli scolari e nei diversi contesti di
insegnamento - apprendimento, dell'uso delle nuove tecnologie rispetto ai
tradizionali modelli delle figure della geometria, ai giochi di specchi e di
piegamento della carta, ai fogli di gomma, alle macchine matematiche in senso
lato. In questo senso il ruolo dell'insegnante è strategico: si potrebbe essere
indotti a pensare che l'uso di una buona tecnologia comporti di per sé un
miglioramento nella didattica, ma non
è così. Perché l'uso di una tecnologia e, più in generale, di uno
strumento possa rivelarsi un efficace mediatore nei processi di insegnamento -
apprendimento è necessaria un'attenta analisi didattica che non può fare a
meno di considerare, accanto alle problematiche tecniche e teoriche della
disciplina sistemata, i punti di vista storico - epistemologico e cognitivo.