L’attività si è
svolta in una seconda media in compresenza lettere – matematica
Ha affrontato
il concetto di tempo relativamente al tempo studio: tempo creativo e tempo sprecato | |
il concetto di spazio relativamente a ambienti di vita: la mia città com’è e come la vorrei |
TEMPO
Obiettivi
1 migliorare il
metodo di studio
2 capacità di
autovalutarsi
Enea "tempo
e qualità dello studio"
Niccolò "
motivazione allo studio "
Paola "
tempi di concentrazione"
Claudia "
basi di conoscenze diverse "
Daniele
"capacità di memorizzazione"
Simone "
tempo a disposizione"
Tra questi aspetti abbiamo preso in considerazione il fattore tempo in quanto è apparso molto condiviso dalla classe. Ci siamo interrogati innanzitutto sull'idea che ciascuno aveva del tempo
OSSERVAZIONI IN
ITINERE
Alla fine di
questo lavoro ci siamo resi conto di avere del tempo un'idea diversa, più
interiorizzata e più aperta a tutti i suoi significati.
Il
tempo si è "materializzato",ha preso consistenza, per cui si poteva
procedere ad analizzarlo in modo più dettagliato.
Abbiamo deciso di
considerare il tempo studio di ogni alunno per cui
abbiamo costruito
insieme il questionario “ Tempo sprecato- tempo creativo”
La scelta dei
punti da analizzare ha comportato una riflessione sul proprio vissuto e quindi
una presa di coscienza non solo del tempo di studio, ma delle cause della
perdita di tempo.
Stabilito cosa maggiormente può distrarre, quindi far perdere tempo, abbiamo lavorato sulla concentrazione, in particolare sulle dinamiche che la determinano ad esempio interesse, prerequisiti idonei, motivazione personale o sociale.
Questionario
tempo creativo e tempo sprecato + grafico
OSSERVAZIONI
Le persone che
avevano i migliori risultati scolastici coincidevano con coloro che dedicano più
tempo allo studio tranne Simone e Luca che
dedicano molto tempo ad impegni sportivi ma hanno una grande capacità di
concentrazione nel tempo studio e sanno sfruttare al massimo il tempo scuola
Nelle attività
successive abbiamo rilevato che il termine
“tempo sprecato” si è caricato di significato e, richiamando il
lavoro svolto, produceva nel momento del problema risultati attesi.
A conclusione del
lavoro riportiamo alcune osservazioni dei ragazzi:
Niccolò:
Io considero questo lavoro una cosa molto utile , mi è servito a capire i
problemi che ho nello studio e per rendermi conto di quanto tempo spreco con
varie distrazioni, ed ora, avendole capite ,cercherò di eliminarle. Per me il
lavoro è stato gestito ottimamente, sfruttando correttamente il questionario e
le opinioni della classe.Questo lavoro ha inoltre rafforzato il rapporto tra
alunni e insegnanti. Io di questo lavoro non cambierei niente in quanto lo
considero stupendo.
Federica:
Nel lavoro non ho incontrato difficoltà a parte quella di disegnare edifici
anche se in modo schematico e quella di non potere eliminare edifici importanti
o storici per sostituirli con altri molto più banali .I rapporti tra compagni e
insegnanti sono stati buoni perché abbiamo potuto esporre le nostre opinioni e
idee. I compagni collaborano tra
loro e penso che globalmente il lavoro sia piaciuto.Il lavoro mi è piaciuto
molto. Mi è servito anche a scoprire le passioni dei compagni .
Paola: Ci
siamo accorti che il tempo veniva, dalla maggior parte della classe sprecato e
le profusi sono chieste il perché. Di questo lavoro mi resterà soprattutto il
rapporto tra insegnanti e alunni che era molto socievole.
Lo
spazio
Nel lavoro del
tempo è stata inserita come voce finale una osservazione sullo spazio perché
per il raggiungimento dello star bene ovunque ci si trovi non è un elemento
neutro.
Partendo
dall’analisi di quest’ultimo quesito abbiamo proposto ai ragazzi un matrice
cognitiva sullo spazio.
Lo spazio nel racconto
INSEGNANTE: Cosa intendi per luogo dove è ambientata una storia?
LUCA: Intendo dove si ambienta la storia, ad esempio lo spazio dei racconti di fantascienza spesso è il mondo interstellare, quello dei racconti del mistero un vecchio castello al centro di un grande parco con alti alberi sbattuti dalla pioggia.
NICCOLO’: non riesco ad immaginare una storia di fantasmi che si svolge su una spiaggia affollata e piena di sole!
INSEGNANTE: quindi nei racconti i luoghi in cui si svolgono le vicende sono importanti e cambiano in base alla tipologia della narrazione. Proviamo, allora ha costruire insieme l’incipit di un racconto tenendo presente che il sentimento iniziale che vogliamo esprimere è la felicità
Ero molto felice ed ansimando arrivai in un prato coperto da un tappeto di margherite.Correndo fendevo l’erba alta e bagnata con la gioia che mi scoppiava in cuore.Ero finalmente tra le braccia della mia Maria. All’improvviso dalla mente svanirono le strade polverose, i visi smunti dei bambini abbracciati alle loro madri e i martellanti colpi di mortaio…
INSEGNANTE: ora ciascuno di voi costruisca individualmente una conclusione a questa vicenda.
FRANCESCA: … ero diventato una persona pulita,senza sporchi ricordi.Mi sembrava di essermi lavato dai miei brutti ricordi,Tutto era diverso,pensavo solo al presente ,innanzi a me c’era una donna splendida che mi apriva il cuore dalla felicità e raccontava storie che mi facevano venire le lacrime agli occhi:i progetti per il futuro.
MELANIA: … sulla collina verdeggiante una mandria di mucche chiazzate pascolava tranquilla e volgeva lo sguardo al cielo azzurro e al volteggiare leggero di un falco.
Scalzi bimbi saltellavano nelle pozzanghere fangose sporcandosi i vestiti e le mani; una nonnina con il suo cesto pesante sul capo passando vicino ai bambini posò la sua mano tremolante e rugosa fra i riccioli d’oro.Ad un tratto un urlo agghiacciante fermò tutto questo, era il capitano: mi alzai e
Partii per la missione
FEDERICA: … in quel momento guardando il sole e sentendo la sua calda luce su di me ricordai cos’erano l’amore, la felicità e la pace.Era passato così tanto tempo dall’ultima volta che avevo visto Maria che rimasi folgorato dalla sua bellezza.Ad un tratto ella si alzò e si mise a correre; io la seguii ed attraversammo il prato.Mentre ridevo pensai a come sarebbe stata la mia nuova vita, di sicuro piena di gente che mi amava e mi voleva bene.Continuammo a correre senza mai fermarci,sembravamo farfalle e,in quel mentre,capii il significato di tutto:noi farfalle avevamo il compito di diffondere l’amore.
SOFIA: … mi accorsi solo dopo molto tempo che eravamo seduti ad osservarci che negli occhi di Maria c’era qualcosa di diverso dall’ultima volta che c’eravamo visti, allora, le accarezzai delicatamente il viso è lei accennò un sorriso che sembrava quasi sforzato, a quel punto le chiesi cosa avesse e lei, non molto convinta, mi disse, quasi sussurrando: “Niente sono solo un po’ stanca!”ma io non ci credevo però non volevo insistere, cambiai discorso. Quasi senza accorgercene arrivò l’imbrunire e così fummo costretti a tornare a casa. Accompagnai Maria fin sotto casa e quando fu l’ora di salutarci si mise a piangere e mi disse : “Sono malata!!! Molto malata”Dopo questa notizia andai a casa e mi sdraiai sul letto e dopo tre ore mi addormentai.Sognai che Maria moriva e mi svegliai di soprassalto corsi da lei e… era vero era morta.
PAOLA: … mi piaceva stare lì abbracciata con la mia dolce amata, poi pensai quanto quei poveri bambini soffrivano. Nella mia mente passavano rapidamente i ricordi di quella lunghissima guerra,
A conclusione di questo lavoro Francesca ha prodotto di sua iniziativa, questi incipit.
FELICITA’
Mi trovavo in un prato incantato da uccelli di mille colori nascosti negli intrecci dei rami dei castagni verdi e lucidi come l’ estate.Mi rotolai nell’ erba bagnata di brina e da quell’ istante non pensai più a nulla, ma solo al cielo sereno e pulito in alto sopra di me
TRISTEZZA
In quel momento mi trovai in una stanza buia e fredda e tutti i miei più brutti pensieri mi tornarono alla mente come se fossero scritti innanzi a me su un foglio ed io li leggevo veloce e mi misi a piangere.
MOTIVAZIONE AL
LAVORO
Dato che una
delle osservazioni più condivise riguardano l’idea di spazio come luogo
gestito da chi lo vive ci siamo chiesti quale fosse quello vissuto da noi come
gruppo e personalmente .
Lo spazio vissuto
come gruppo è la casse , l’abbiamo misurata .
Ci stiamo
piuttosto stretti perché ci sono 23 banchi ,una cattedra e due armadi.Abbiamo
più volte cambiato la disposizione dei banchi nel tentativo di trovare la
soluzione più idonea alle nostre esigenze.Attualmente l’abbiamo trovata per
quanto riguarda i banchi , ma non per gli occupanti.
Quando le cose
sembrano non funzionare le insegnanti ci propongono dei cambiamenti di posto ,
oppure chiedono a noi di fare loro delle proposte il più possibile
disinteressate tenuto conto che gli obiettivi sono la comunicazione, la
socializzazione, lo star bene insieme, ma anche l’attenzione e la
concentrazione ; pure la statura non è un fattore trascurabile.
Quando dobbiamo
lavorare a gruppi rivoluzioniamo tutto.
Concludendo lo
spazio classe non è molto funzionale alle nostre necessità,per cui
modifichiamo il nostro modo di
viverlo a seconda delle esigenze
Obiettivi
1 l'aspetto di un
ambiente varia nel tempo
2 le
trasformazioni dipendono da esigenze di vario genere sociale ,
economico, politico
3 modi di
rappresentazione della realtà tridimensionale
MISURAZIONE AULA
Decidiamo di
misurare l’aula con un metro da falegname
Simone, Tommaso,
Thomas e Alessandro misurano la lunghezza ;
Simone: le
lunghezze le diamo in metri o in centimetri?
Se le diamo in cm
non abbiamo l’idea di quanto misura
Non ha senso
indicare i cm, arrotondiamo
Ins e se
dovessimo piastrellare ?
Qualcuno chiede :
ma quanto misura?
7 metri e 56 di
lunghezza e 5 metri e 92 di
larghezza
Sofia:
arrotondiamo a 7 metri e 60 e a 6 metri, per eccesso
Ma per difetto
viene meglio 7 metri e 50
Ins: proviamo a
rimisurarlo
Davide , Mattia,
Francesca B:
e’ storto!
Mettilo bene!
Misura 7 metri e
69
Simone del primo
gruppo : è più giusto il loro , ho provato a contare le piastrelle e ho
moltiplicato per il numero di piastrelle poi le righe
che separano le piastrelle tutte sommate 1 mm l’una se ne aggiungono 18
mm circa viene 7 e 69
Mattia: mi sembra
strano che abbiano preso delle misure così a caso
Paola: potrebbero
aver preso delle misure intere da un’altra parte , nel corridoio
Enea: per trovare
l’area ad essere precisi dovremmo togliere lo spazio occupato dalle sporgenze,
dovremmo misurare il soffitto.
Simone : l’area
misura 45,5 metri quadrati circa.
Niccolò: allora
divido per 23 ognuno dovrebbe avere 2 metri quadrati circa.
La discussione
apre la possibilità di ulteriori lavori sulla misura , gli arrotondamenti , gli
errori.
Consegna di
lavoro
Ognuno di voi
consideri uno spazio ben conosciuto, sia esso il proprio quartiere o la propria
città e lo rappresenti utilizzando una tecnica
a scelta tra le seguenti : disegno , mappa, testo scritto.
LAVORI DEI RAGAZZI SULLA MIA CITTA
Verbalizzazione
della discussione dal confronto dei lavori sulla città da parte di Federica
La discussione
collettiva è stata organizzata dai ragazzi stessi che via via esponevano sulla
lavagna i propri disegni e
raccontavano come avevano proceduto
Ha iniziato Claudia confrontando il suo lavoro con Luca. Claudia ha rappresentato la parte centrale di Boissano. In essa c’è la piazza, vicino c’è il Comune, ai confini della piazza ci sono due ristoranti e vari negozi di alimentari. “Sotto” la piazza ci sono delle abitazioni . Sopra ci sono dei giardinetti, Claudia ha inoltre indicato le distanze degli edifici sulla cartina, anche se sono approssimative . La prof. osserva : << Claudia ha usato delle forme geometriche, non sono state ritenute importanti le strade. Gli edifici sono colorati per distinguerli. Gli edifici sono piccoli o grandi a seconda della misura reale, e Claudia anche se non ha rappresentato le strade ha ritenuto importante rappresentare la piazza. Mentre Claudia spiega ci sono “battibecchi” tra i compagni a causa delle distanze tra i vari edifici.
Luca ha disegnato
un “pezzo” più vasto di Boissano, nel suo disegno sono comprese tutte le
parti indicate da Claudia. Nella
cartina c’è anche la collocazione esatta o approssimata delle case. Inoltre
si vede anche la via “provinciale” che viene giù verso Loano. La prof.
osserva: “Tutti gli edifici oltre a essere più piccoli sono colorati in
rosso, ci sono le strade, e Luca ha numerato i vari edifici e in un angolo ha
messo il nome degli edifici stessi.”
Ins.“Ma le
misure non sono uguali “ , Claudia dice “per
arrivare a casa mia c’è una salita” Luca risponde “come facevo a far
capire che c’era un rilievo?”
Ins “ in questo
caso si potevano usare i colori.”Insieme abbiamo
notato delle strutture a
carattere “geometrico”: gli edifici hanno grandezze diverse e le curve
possono essere ad angolo retto .
Simone ha voluto
rappresentare Boissano nel suo vero ambiente, ha fatto una collina e ha
disegnato degli alberi. Nel disegno si vede la strada provinciale che viene in
giù verso Loano. Nella cartina sono compresi gli stessi edifici descritti da
Luca e Claudia. In più ha rappresentato dei campi coltivati. Lui immaginava di
essere a Loano di fronte al paese,Claudia ad esempio nella piazza del paese.
Giovanna ha
illustrato il suo quartiere dove si vede la sua casa e la strada poi si vede il
campo sportivo. Il luogo disegnato da Giovanna non è rappresentato negli altri
tre disegni, essa ha curato anche l’aspetto estetico. Lei immaginava di essere
in un luogo situato in alto.
Nel disegno di
Mattia è rappresentato il centro di Boissano tutto è uguale agli altri, ha
rappresentato gli stessi edifici. Sopra ogni casa ha scritto il nome degli
edifici.
Sofia descrive
Boissano: ha disegnato la piazza del paese in essa ci sono: delle case, la
chiesa, la scuola materna e elementare, una banca, un bar e dei ristoranti
inoltre ha disegnato le strade ma non ha indicato i nomi.
Niccolò ha
descritto il suo quartiere. Inizia dicendo che vicino non c’è nulla di
interessante. Nel disegno ci sono: un orto, un ristorante, degli alberi e il
traliccio delle luce.
Ha disegnato il
tutto in grande.
Si espongono per
il confronto i disegni di Loano.
Paola ha
disegnato il suo quartiere, ha disegnato il
suo quartiere ,ha disegnato la scuola, le case,la chiesa e la strada che va
verso il mare verso la ferrovia e verso l’istituto di ragioneria. Paola dice
che nel disegno non ci sono edifici importanti come banche ecc.
Ha deciso di
disegnare questo perché è il luogo che conosce di più. Inoltre immaginava di
essere davanti alla sua casa, infatti essa è “in cima” all’immagine . Ha
iniziato a disegnare la casa e pian piano con la mente è andata giù. Inoltre
ha scritto i nomi degli edifici e anche il nome dei loro proprietari.
Alessandra ha
disegnato il viale dove abita ed ha illustrato: due banche, il lungomare, un
albergo,le scuole la sua casa e quella di sua nonna, un parco giochi,
l’Orologio di Loano che divide in due il centro storico di Loano. Ha disegnato
pensando di essere davanti alle scuole elementari. La prof. Osserva: << il
disegno è diverso dagli altri infatti sembra un disegno “dal vero”.
Tommaso pensava
di essere su un monte di Loano e di vedere il tutto, ha disegnato la Via Aurelia,
la passeggiata, la zona del Comune, la Parrocchia S. Pio x, il porto, la
ferrovia, il palazzetto dello sport e il confine Loano-Borghetto dove abita lui.
Ha disegnato tutto tranne il confine con Pietra Ligure. Ha pensato di usare la
prospettiva ad esempio l’edificio più vicino è anche quello più
particolareggiato.
Ramona ha
illustrato il centro di Loano: il cinema, l’orologio, Corso Europa, una
discoteca. Ha disegnato gli edifici più importanti evidenziandoli. Ha disegnato
in confine con Borghetto. E ha indicato addirittura le macchine.
Tommaso osserva:
<< certi hanno rappresentato anche una parte abbastanza vasta senza tenere
conto delle misure. Ed è stato tutto in un foglio e invece altri hanno
disegnato parti più piccole e particolareggiate in più fogli >>.
Alex M. ha
disegnato il quartiere dove abita lui, in esso sono rappresentati : il porto, la
ferrovia, la Via Aurelia, un supermercato, la posta e una via che passa dietro
al M. Carmelo e dalla quale si può raggiungere il Palazzetto.
Ha immaginato di
essere dal porto che si trova in basso nel foglio e con Pietra alle spalle.
Thomas ha
rappresentato Pietra L. ci sono spiagge dei distributori di benzina, la Via
Aurelia e la sua casa.
Come riferimento
per trovare il suo quartiere c’è l’Ospedale di S. Corona.
C’è un
battibecco tra Thomas e Alex che hanno un punto di vista diverso. Secondo Alex
la Via Aurelia doveva essere dritta.
La prof. dice che
Thomas non abita da molto tempo in quel quartiere e quindi non conosce bene il
luogo.
Alex P. abita in
Via Aurelia, non ha qui il disegno, ci sono degli edifici: il supermercato, due
banche e il riferimento per trovare la sua casa è la Chiesa dei Cappuccini.
Inoltre immaginava di essere con le spalle al mare.
MOTIVAZIONE
Il ragazzo vive
in uno spazio che pensa immutabile perché solitamente questa è l'esperienza
dovuta alla sua giovane età.
Studiando
le storie del 1500 abbiamo visto come all’epoca le città si siano arricchite
di nuovi edifici in parte affiancando quelli medioevale già esistenti come
ospizi ospedali, palazzi, in parte sostituendosi ad essi.
Le trasformazioni
attuate erano la conseguenza di una mutata condizione economica e sociale degli
abitanti;ma dato che non tutto ciò che si desiderava poteva essere realizzato
nascono in quel periodo dei progetti di città ideale da parte di architetti
quali il Filarete.
L'evoluzione
storica e le relative modificazioni urbane prese in esame ci autorizzano però a
riflettere sul fatto che gli spazi sono stati gestiti in modo diverso secondo le
necessità e che quindi ciò che noi consideriamo come sempre esistito
probabilmente nel passato non era così e potrebbe perciò non esserlo nel
futuro anzi potremmo ripensarlo noi.
CONSEGNA DEl
LAVORO AI RAGAZZI
1)
Scegliere un angolo della propria città, disegnarla e, possibilmente,
fotografarla. Nel disegnare i singoli elementi che lo compongono, tener conto
di:
ü
Rapporto in scala;
ü
Posizione degli elementi;
ü
Punto di osservazione;
2)
Ridisegnare lo stesso angolo apportando le trasformazioni che, a vostro
Giudizio, potrebbero migliorarlo tenendo conto dei seguenti criteri:
ü
Mantenere lo stesso rapporto in scala
ü
Indicare gli elementi sostituiti
ü
Giustificare le modifiche apportate
Immagini dei ragazzi sulla città: così com'è e come la vorrei
Riflessioni degli studenti sulla realtà e le sue rappresentazioni
OSSERVAZIONI IN
ITINERE
Ecco le diverse
motivazioni
Giovanna
: perché non c’era abbastanza spazio per poter disegnare tutti gli elementi
della piazza
Francesca:
perché ho rappresentato dei luoghi che non potevano essere cambiati
Paola:
perché ho rappresentato edifici che non potevano essere cambiati
Thomas:
perché è stato perso
Sofia:
perché è stato perso
Daniele
: perché avevo colorato in modo affrettato e il risultato finale non mi piaceva
Benji
:perché avevo distrutto un edificio simbolo della città costruendone uno
completamente differente come forma e dimensioni
Melania:
perché non andavano bene le proporzioni.
OSSERVAZIONI
DURANTE IL LAVORO :
-Lo spazio è
quello che è ma si possono cambiare alcune cose per viverci bene.
-Ci sono cose che
non si possono cambiare, ad esempio non si può sostituire un palazzo antico con
dei giardini.
- Non si può
neanche buttare giù una chiesa e tutti i palazzi attorno a casa mia.
-Ci sono cose che
non si possono fare perché sono assurde, altre che non si possono fare perché
non sono di interesse comune.
-Per fare alcuni
cambiamenti ci vogliono tanti soldi.
- Alcune si
possono fare basta volerlo.
La
città che vorremmo: sintesi
A conclusione del
lavoro le insegnanti chiedono:
Vi è sembrato
interessante questo lavoro? Perché ? Avete trovato delle difficoltà ?
-Si perché
abbiamo riflettuto su qualcosa che avevamo sempre sotto gli occhi.
-Io ho avuto
difficoltà a rispettare le proporzioni infatti ho dovuto rifare i disegni.
–Giovanna, tanti condividono-
- Io invece non riuscivo a disegnare le cose come le vedevo. –Alex P.-
-A me sembra di
conoscere meglio i miei compagni,non solo perché so dove abitano ma anche perché
conosco meglio le loro idee. –Sofia-
-A me è piaciuto
perché abbiamo usato tante tecniche diverse,così non ci siamo annoiati mai.
- Simone-
- Io credo che da
grande diventerò qualcuno che si interessa di queste cose.Chi è che lo fa?
–Mattia-
INSEGNANTI:
Pensavamo di
abituare ad osservare e descrivere ciò che è e ciò che cambia, non credevamo
di formare dei possibili esecutori di cambiamenti o tantomeno dei critici, ma la
cosa non ci dispiace per niente.