L’attività si è svolta in una seconda media in compresenza lettere – matematica

Ha affrontato

il concetto di tempo relativamente al tempo studio: tempo creativo e tempo sprecato
il concetto di spazio relativamente a ambienti di vita: la mia città com’è e come la vorrei

 

TEMPO

Obiettivi

1 migliorare il metodo di studio

2 capacità di autovalutarsi

  MOTIVAZIONE ALUNNI

  Dopo la consegna del pagellino del mese di dicembre si evidenziano le differenze dei risultati scolastici, per cui la classe si interroga sulle cause:

Enea "tempo e qualità dello studio"

Niccolò " motivazione allo studio "

Paola " tempi di concentrazione"

Claudia " basi di conoscenze diverse "

Daniele "capacità di memorizzazione"

Simone " tempo a disposizione"

Tra questi  aspetti abbiamo preso in considerazione il fattore tempo in quanto è apparso molto condiviso dalla classe. Ci siamo interrogati innanzitutto sull'idea che ciascuno aveva del tempo

mappa del concetto di tempo

OSSERVAZIONI IN ITINERE

Alla fine di questo lavoro ci siamo resi conto di avere del tempo un'idea diversa, più interiorizzata e più aperta a tutti i suoi significati.

 Il tempo si è "materializzato",ha preso consistenza, per cui si poteva procedere ad analizzarlo in modo più dettagliato.

Abbiamo deciso di considerare il tempo studio di ogni alunno per cui

abbiamo costruito insieme il questionario “ Tempo sprecato- tempo creativo”

La scelta dei punti da analizzare ha comportato una riflessione sul proprio vissuto e quindi una presa di coscienza non solo del tempo di studio, ma delle cause della perdita di tempo.

Stabilito cosa maggiormente può distrarre, quindi far perdere tempo, abbiamo lavorato sulla concentrazione, in particolare sulle dinamiche che la determinano ad esempio interesse, prerequisiti idonei, motivazione personale o sociale.

Questionario tempo creativo e tempo sprecato + grafico

 

OSSERVAZIONI

 

Le persone che avevano i migliori risultati scolastici coincidevano con coloro che dedicano più tempo allo studio tranne Simone e Luca  che dedicano molto tempo ad impegni sportivi ma hanno una grande capacità di concentrazione nel tempo studio e sanno sfruttare al massimo il tempo scuola

Nelle attività successive abbiamo rilevato che il termine  “tempo sprecato” si è caricato di significato e, richiamando il lavoro svolto, produceva nel momento del problema risultati attesi.

A conclusione del lavoro riportiamo alcune osservazioni dei ragazzi:

Niccolò: Io considero questo lavoro una cosa molto utile , mi è servito a capire i problemi che ho nello studio e per rendermi conto di quanto tempo spreco con varie distrazioni, ed ora, avendole capite ,cercherò di eliminarle. Per me il lavoro è stato gestito ottimamente, sfruttando correttamente il questionario e le opinioni della classe.Questo lavoro ha inoltre rafforzato il rapporto tra alunni e insegnanti. Io di questo lavoro non cambierei niente in quanto lo considero stupendo.

Federica: Nel lavoro non ho incontrato difficoltà a parte quella di disegnare edifici anche se in modo schematico e quella di non potere eliminare edifici importanti o storici per sostituirli con altri molto più banali .I rapporti tra compagni e insegnanti sono stati buoni perché abbiamo potuto esporre le nostre opinioni e idee.  I compagni collaborano tra loro e penso che globalmente il lavoro sia piaciuto.Il lavoro mi è piaciuto molto. Mi è servito anche a scoprire le passioni dei compagni .

Paola: Ci siamo accorti che il tempo veniva, dalla maggior parte della classe sprecato e le profusi sono chieste il perché. Di questo lavoro mi resterà soprattutto il rapporto tra insegnanti e alunni che era molto socievole.

 

Lo spazio   

Nel lavoro del tempo è stata inserita come voce finale una osservazione sullo spazio perché per il raggiungimento dello star bene ovunque ci si trovi non è un elemento neutro.

Partendo dall’analisi di quest’ultimo quesito abbiamo proposto ai ragazzi un matrice cognitiva sullo spazio.

mappa del concetto di spazio

Lo spazio nel racconto

INSEGNANTE: Cosa intendi per luogo dove è ambientata una storia?

LUCA: Intendo dove si ambienta la storia, ad esempio lo spazio dei racconti di fantascienza spesso è il mondo interstellare, quello dei racconti del mistero un vecchio castello al centro di un grande parco con alti alberi sbattuti dalla pioggia.

NICCOLO’: non riesco ad immaginare una storia di fantasmi che si svolge su una spiaggia  affollata e piena di sole!

INSEGNANTE: quindi nei racconti i luoghi in cui si svolgono le vicende sono importanti e cambiano in base alla tipologia della narrazione. Proviamo, allora ha costruire insieme l’incipit di un racconto tenendo presente che il sentimento iniziale che vogliamo esprimere è la felicità

  INCIPIT

Ero molto felice ed ansimando arrivai in un prato coperto da un tappeto di margherite.Correndo fendevo l’erba alta e bagnata con la gioia che mi scoppiava in cuore.Ero finalmente tra le braccia della mia Maria. All’improvviso dalla mente svanirono le strade polverose, i visi smunti dei bambini abbracciati alle loro madri e i martellanti colpi di mortaio…

INSEGNANTE: ora ciascuno di voi costruisca individualmente una conclusione a questa vicenda.

FRANCESCA: … ero diventato una persona pulita,senza sporchi ricordi.Mi sembrava di essermi lavato dai miei brutti ricordi,Tutto era diverso,pensavo solo al presente ,innanzi a me c’era una donna splendida che mi apriva il cuore dalla felicità e raccontava storie che mi facevano venire le lacrime agli occhi:i progetti per il futuro.

MELANIA: … sulla collina verdeggiante una mandria di mucche chiazzate pascolava tranquilla e volgeva lo sguardo al cielo azzurro e al volteggiare leggero di un falco.

Scalzi bimbi saltellavano nelle pozzanghere fangose sporcandosi i vestiti e le mani; una nonnina con il suo cesto pesante sul capo passando vicino ai bambini posò la sua mano tremolante e rugosa fra i riccioli d’oro.Ad un tratto un urlo agghiacciante fermò tutto questo, era il capitano: mi alzai e

Partii per la missione

 

FEDERICA: … in quel momento guardando il sole e sentendo la sua calda luce su di me ricordai cos’erano l’amore, la felicità e la pace.Era passato così tanto tempo dall’ultima volta che avevo visto Maria che rimasi folgorato dalla sua bellezza.Ad un tratto ella si alzò e si mise a correre; io la seguii ed attraversammo il prato.Mentre ridevo pensai a come sarebbe stata la mia nuova vita, di sicuro piena di gente che mi amava e mi voleva bene.Continuammo a correre senza mai fermarci,sembravamo farfalle e,in quel mentre,capii il significato di tutto:noi farfalle avevamo il compito di diffondere l’amore.    

 

SOFIA: … mi accorsi solo dopo molto tempo che eravamo seduti ad osservarci che negli occhi di Maria c’era qualcosa di diverso dall’ultima volta che c’eravamo visti, allora, le accarezzai delicatamente il viso è lei accennò un sorriso che sembrava  quasi sforzato, a quel punto le chiesi cosa avesse e lei, non molto convinta, mi disse, quasi sussurrando: “Niente sono solo un po’ stanca!”ma io non ci credevo però non volevo insistere, cambiai discorso. Quasi senza accorgercene arrivò l’imbrunire e così fummo costretti a tornare a casa. Accompagnai  Maria  fin sotto casa e quando fu l’ora di salutarci si mise a piangere e mi disse : “Sono malata!!! Molto malata”Dopo questa notizia andai a casa e mi sdraiai sul letto e dopo tre ore mi addormentai.Sognai che Maria moriva e mi svegliai di soprassalto corsi da lei e… era vero era morta.

 

PAOLA: … mi piaceva stare lì abbracciata con la mia dolce amata, poi pensai quanto quei poveri bambini soffrivano. Nella mia mente passavano rapidamente i ricordi  di quella lunghissima guerra,

 

 

A conclusione di questo lavoro Francesca ha prodotto di sua iniziativa, questi incipit.

 

FELICITA’

 

Mi trovavo in un prato incantato da uccelli di mille colori nascosti negli intrecci dei rami dei castagni verdi e lucidi come l’ estate.Mi rotolai nell’ erba bagnata di brina e da quell’ istante non pensai più a nulla, ma solo al cielo sereno e pulito in alto sopra di me

 

TRISTEZZA

 

In quel momento mi trovai in una stanza buia e fredda e tutti i miei più brutti pensieri mi tornarono alla mente come se fossero scritti innanzi a me su un foglio ed io li leggevo veloce e mi misi a piangere.

 

 

 

MOTIVAZIONE AL LAVORO

Dato che una delle osservazioni più condivise riguardano l’idea di spazio come luogo gestito da chi lo vive ci siamo chiesti quale fosse quello vissuto da noi come gruppo e personalmente .

Lo spazio vissuto come gruppo è la casse , l’abbiamo misurata .

Ci stiamo piuttosto stretti perché ci sono 23 banchi ,una cattedra e due armadi.Abbiamo più volte cambiato la disposizione dei banchi nel tentativo di trovare la soluzione più idonea alle nostre esigenze.Attualmente l’abbiamo trovata per quanto riguarda i banchi , ma non per gli occupanti.

Quando le cose sembrano non funzionare le insegnanti ci propongono dei cambiamenti di posto , oppure chiedono a noi di fare loro delle proposte il più possibile disinteressate tenuto conto che gli obiettivi sono la comunicazione, la socializzazione, lo star bene insieme, ma anche l’attenzione e la concentrazione ; pure la statura non è un fattore trascurabile.

Quando dobbiamo lavorare a gruppi rivoluzioniamo tutto.

Concludendo lo spazio classe non è molto funzionale alle nostre necessità,per cui modifichiamo il nostro modo  di viverlo a seconda delle esigenze

 

Obiettivi

 

1 l'aspetto di un ambiente varia nel tempo

2 le trasformazioni dipendono da esigenze di vario genere sociale , 

   economico, politico

3 modi di rappresentazione della realtà tridimensionale

MISURAZIONE AULA

Decidiamo di misurare l’aula con un metro da falegname

Simone, Tommaso, Thomas e Alessandro misurano la lunghezza ;

Simone: le lunghezze le diamo in metri o in centimetri?

Se le diamo in cm non abbiamo l’idea di quanto misura

Non ha senso indicare i cm, arrotondiamo

Ins e se dovessimo  piastrellare ?

Qualcuno chiede : ma quanto misura?

7 metri e 56 di lunghezza e 5  metri e 92 di larghezza

Sofia: arrotondiamo a 7 metri e 60 e a 6 metri, per eccesso

Ma per difetto viene meglio 7 metri e 50

Ins: proviamo a rimisurarlo

Davide , Mattia, Francesca B:

e’ storto! Mettilo bene!

Misura 7 metri e 69

Simone del primo gruppo : è più giusto il loro , ho provato a contare le piastrelle e ho moltiplicato per il numero di piastrelle poi le righe  che separano le piastrelle tutte sommate 1 mm l’una se ne aggiungono 18 mm circa viene 7 e 69

 

Mattia: mi sembra strano che abbiano preso delle misure così a caso

Paola: potrebbero aver preso delle misure intere da un’altra parte , nel corridoio

Enea: per trovare l’area ad essere precisi dovremmo togliere lo spazio occupato dalle sporgenze, dovremmo misurare il soffitto.

Simone : l’area misura 45,5 metri quadrati circa.

Niccolò: allora divido per 23 ognuno dovrebbe avere 2 metri quadrati circa.

 

La discussione apre la possibilità di ulteriori lavori sulla misura , gli arrotondamenti , gli errori.

 

 

 

Consegna di lavoro

Ognuno di voi consideri uno spazio ben conosciuto, sia esso il proprio quartiere o la propria città e lo rappresenti utilizzando una tecnica  a scelta tra le seguenti : disegno , mappa, testo scritto.

 

LAVORI DEI RAGAZZI SULLA MIA CITTA

Benyi

Claudia

Daniela

Davide

Federica

Francesca B.

Francesca R.

Giovanna 

Luca 

Paola

 

Verbalizzazione della discussione dal confronto dei lavori sulla città da parte di Federica

 

La discussione collettiva è stata organizzata dai ragazzi stessi che via via esponevano sulla lavagna i propri  disegni e raccontavano come avevano proceduto

Ha iniziato Claudia  confrontando il suo lavoro con Luca. Claudia ha rappresentato la parte centrale di Boissano. In essa c’è la piazza, vicino c’è il Comune, ai confini della piazza ci sono due ristoranti e vari negozi di alimentari. “Sotto” la piazza ci sono delle abitazioni . Sopra ci sono dei giardinetti, Claudia ha inoltre indicato le distanze degli edifici sulla cartina, anche se sono approssimative . La prof. osserva : << Claudia ha usato delle forme geometriche, non sono state ritenute importanti le strade. Gli edifici sono colorati per distinguerli. Gli edifici sono piccoli o grandi a seconda della misura reale, e Claudia anche se non ha rappresentato le strade ha ritenuto importante rappresentare la piazza. Mentre Claudia spiega ci sono “battibecchi” tra i compagni a causa delle distanze tra i vari edifici.

Luca ha disegnato un “pezzo” più vasto di Boissano, nel suo disegno sono comprese tutte le parti  indicate da Claudia. Nella cartina c’è anche la collocazione esatta o approssimata delle case. Inoltre si vede anche la via “provinciale” che viene giù verso Loano. La prof. osserva: “Tutti gli edifici oltre a essere più piccoli sono colorati in rosso, ci sono le strade, e Luca ha numerato i vari edifici e in un angolo ha messo il nome degli edifici stessi.”

Ins.“Ma le misure non sono uguali “ , Claudia dice  “per arrivare a casa mia c’è una salita” Luca risponde “come facevo a far capire che c’era un rilievo?”

Ins “ in questo caso si potevano usare i colori.”Insieme abbiamo  notato delle strutture  a carattere “geometrico”: gli edifici hanno grandezze diverse e le curve possono essere ad angolo retto .

Simone ha voluto rappresentare Boissano nel suo vero ambiente, ha fatto una collina e ha disegnato degli alberi. Nel disegno si vede la strada provinciale che viene in giù verso Loano. Nella cartina sono compresi gli stessi edifici descritti da Luca e Claudia. In più ha rappresentato dei campi coltivati. Lui immaginava di essere a Loano di fronte al paese,Claudia ad esempio nella piazza del paese.

Giovanna ha illustrato il suo quartiere dove si vede la sua casa e la strada poi si vede il campo sportivo. Il luogo disegnato da Giovanna non è rappresentato negli altri tre disegni, essa ha curato anche l’aspetto estetico. Lei immaginava di essere in un luogo situato in alto.

Nel disegno di Mattia è rappresentato il centro di Boissano tutto è uguale agli altri, ha rappresentato gli stessi edifici. Sopra ogni casa ha scritto il nome degli edifici.

Sofia descrive Boissano: ha disegnato la piazza del paese in essa ci sono: delle case, la chiesa, la scuola materna e elementare, una banca, un bar e dei ristoranti inoltre ha disegnato le strade ma non ha indicato i nomi.

Niccolò ha descritto il suo quartiere. Inizia dicendo che vicino non c’è nulla di interessante. Nel disegno ci sono: un orto, un ristorante, degli alberi e il traliccio delle luce.

Ha disegnato il tutto in grande. 

 

Si espongono per il confronto  i disegni di Loano.

Paola ha disegnato il suo quartiere, ha disegnato  il suo quartiere ,ha disegnato la scuola, le case,la chiesa e la strada che va verso il mare verso la ferrovia e verso l’istituto di ragioneria. Paola dice che nel disegno non ci sono edifici importanti come banche ecc.

Ha deciso di disegnare questo perché è il luogo che conosce di più. Inoltre immaginava di essere davanti alla sua casa, infatti essa è “in cima” all’immagine . Ha iniziato a disegnare la casa e pian piano con la mente è andata giù. Inoltre ha scritto i nomi degli edifici e anche il nome dei loro proprietari.

Alessandra ha disegnato il viale dove abita ed ha illustrato: due banche, il lungomare, un albergo,le scuole la sua casa e quella di sua nonna, un parco giochi, l’Orologio di Loano che divide in due il centro storico di Loano. Ha disegnato pensando di essere davanti alle scuole elementari. La prof. Osserva: << il disegno è diverso dagli altri infatti sembra un disegno “dal vero”.

Tommaso pensava di essere su un monte di Loano e di vedere il tutto, ha disegnato la Via Aurelia, la passeggiata, la zona del Comune, la Parrocchia S. Pio x, il porto, la ferrovia, il palazzetto dello sport e il confine Loano-Borghetto dove abita lui. Ha disegnato tutto tranne il confine con Pietra Ligure. Ha pensato di usare la prospettiva ad esempio l’edificio più vicino è anche quello più particolareggiato.

Ramona ha illustrato il centro di Loano: il cinema, l’orologio, Corso Europa, una discoteca. Ha disegnato gli edifici più importanti evidenziandoli. Ha disegnato in confine con Borghetto. E ha indicato addirittura le macchine.

Tommaso osserva: << certi hanno rappresentato anche una parte abbastanza vasta senza tenere conto delle misure. Ed è stato tutto in un foglio e invece altri hanno disegnato parti più piccole e particolareggiate in più fogli >>.

Alex M. ha disegnato il quartiere dove abita lui, in esso sono rappresentati : il porto, la ferrovia, la Via Aurelia, un supermercato, la posta e una via che passa dietro al M. Carmelo e dalla quale si può raggiungere il Palazzetto.

Ha immaginato di essere dal porto che si trova in basso nel foglio e con Pietra alle spalle.

Thomas ha rappresentato Pietra L. ci sono spiagge dei distributori di benzina, la Via Aurelia e la sua casa.

Come riferimento per trovare il suo quartiere c’è l’Ospedale di S. Corona.

C’è un battibecco tra Thomas e Alex che hanno un punto di vista diverso. Secondo Alex la Via Aurelia doveva essere dritta.

La prof. dice che Thomas non abita da molto tempo in quel quartiere e quindi non conosce bene il luogo.

 

Alex P. abita in Via Aurelia, non ha qui il disegno, ci sono degli edifici: il supermercato, due banche e il riferimento per trovare la sua casa è la Chiesa dei Cappuccini.  Inoltre immaginava di essere con le spalle al mare.

 

MOTIVAZIONE

Il ragazzo vive in uno spazio che pensa immutabile perché solitamente questa è l'esperienza dovuta alla sua giovane età.

 Studiando le storie del 1500 abbiamo visto come all’epoca le città si siano arricchite di nuovi edifici in parte affiancando quelli medioevale già esistenti come ospizi ospedali, palazzi, in parte sostituendosi ad essi.

Le trasformazioni attuate erano la conseguenza di una mutata condizione economica e sociale degli abitanti;ma dato che non tutto ciò che si desiderava poteva essere realizzato nascono in quel periodo dei progetti di città ideale da parte di architetti quali il Filarete.

L'evoluzione storica e le relative modificazioni urbane prese in esame ci autorizzano però a riflettere sul fatto che gli spazi sono stati gestiti in modo diverso secondo le necessità e che quindi ciò che noi consideriamo come sempre esistito probabilmente nel passato non era così e potrebbe perciò non esserlo nel futuro anzi potremmo ripensarlo noi.

CONSEGNA DEl LAVORO AI RAGAZZI

1)     Scegliere un angolo della propria città, disegnarla e, possibilmente, fotografarla. Nel disegnare i singoli elementi che lo compongono, tener conto di:

ü     Rapporto in scala;

ü     Posizione degli elementi;

ü     Punto di osservazione;

2)     Ridisegnare lo stesso angolo apportando le trasformazioni che, a vostro                   

     Giudizio, potrebbero migliorarlo tenendo conto dei seguenti criteri:

ü     Mantenere lo stesso rapporto in scala

ü     Indicare gli elementi sostituiti

ü     Giustificare le modifiche apportate

Immagini dei ragazzi sulla città: così com'è e come la vorrei

Sofia

Alessandra   

Alex M

Alex P

Benyi

Claudia

Daniela

Daniele

Davide

Enea

Federica

Francesca B

Francesca R

Giovanna

Luca

Mattia

Melania

Niccolò

Paola

Ramona

Simone

Thomas

Tommaso

 

Riflessioni degli studenti sulla realtà e le sue rappresentazioni

Alex

Davide

Federica

Francesca

Paola

OSSERVAZIONI IN ITINERE

  Alcuni ragazzi hanno dovuto rifare il lavoro .

Ecco le diverse motivazioni

Giovanna : perché non c’era abbastanza spazio per poter disegnare tutti gli elementi della piazza

Francesca: perché ho rappresentato dei luoghi che non potevano essere cambiati

Paola: perché ho rappresentato edifici che non potevano essere cambiati

Thomas: perché è stato perso

Sofia: perché è stato perso

Daniele : perché avevo colorato in modo affrettato e il risultato finale non mi piaceva

Benji :perché avevo distrutto un edificio simbolo della città costruendone uno completamente differente come forma e dimensioni

Melania: perché non andavano bene le proporzioni.

 

OSSERVAZIONI DURANTE IL LAVORO :

 

-Lo spazio è quello che è ma si possono cambiare alcune cose per viverci bene.

-Ci sono cose che non si possono cambiare, ad esempio non si può sostituire un palazzo antico con dei giardini.

- Non si può neanche buttare giù una chiesa e tutti i palazzi attorno a casa mia.

-Ci sono cose che non si possono fare perché sono assurde, altre che non si possono fare perché non sono di interesse comune.

-Per fare alcuni cambiamenti ci vogliono tanti soldi.

- Alcune si possono fare basta volerlo.

La città che vorremmo: sintesi

 

  CONCLUSIONI :

 

A conclusione del lavoro le insegnanti chiedono:

 

Vi è sembrato interessante questo lavoro? Perché ? Avete trovato delle difficoltà ?

-Si perché abbiamo riflettuto su qualcosa che avevamo sempre sotto gli occhi.

-Io ho avuto difficoltà a rispettare le proporzioni infatti ho dovuto rifare i disegni. –Giovanna, tanti condividono-
- Io invece non riuscivo a disegnare le cose come le vedevo. –Alex P.-

-A me sembra di conoscere meglio i miei compagni,non solo perché so dove abitano ma anche perché conosco meglio le loro idee. –Sofia-

-A me è piaciuto perché abbiamo usato tante tecniche diverse,così non ci siamo annoiati mai.       

- Simone-

- Io credo che da grande diventerò qualcuno che si interessa di queste cose.Chi è che lo fa? –Mattia-

 

 

INSEGNANTI:

Pensavamo di abituare ad osservare e descrivere ciò che è e ciò che cambia, non credevamo di formare dei possibili esecutori di cambiamenti o tantomeno dei critici, ma la cosa non ci dispiace per niente.

 

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